Il Distretto Sanitario di Base:
nuovo progetto di organizzazione territoriale per l'assistenza Socio-Sanitaria
Uno dei problemi più drammatici per le società occidentali di cultura europea è quella di continuare a garantire un'assistenza Sanitaria estesa a tutti i cittadini a fronte di un costo a crescita quasi incontrollabile. Il diritto alla salute, pur costituendo uno degli aspetti più salienti dello Stato Sociale o Welfare State, subisce oggi l'attacco più radicale da parte degli economisti che definiscono intollerabile la crescita quasi esponenziale della spesa per l'assistenza sanitaria, individuando nella degenza ospedaliera la voce di maggior sperpero e ridefinendo quindi le modalità di finanziamento dei singoli ospedali; infatti, non verranno più pagate le giornate di degenza ma i quadri patologici curati contraendo il più possibile le giornate di assistenza ospedaliera. Tale assunto ha determinato la necessità di ridefinire oltre che la razionalità dei singoli ricoveri ospedalieri - ricoveri congrui, ricoveri impropri e ricoveri incongrui, anche nuove capacità assistenziali a livello ospedaliero.
Per cui la possibilità i dover e poter considerare una singola struttura, comunque idonea a soddisfare tutte le esigenze sanitarie, supposizione erroneamente contenuta nella cultura ospedalocentrica tuttora vigente, la necessità di realizzare senza più rimandare un'integrazione delle figure mediche e sociosanitarie territoriali, l'urgenza di ridefinire oltre che i ruoli le rispettive autonomie economiche e gestionali, pone l'esigenza di realizzare una medicina extraospedaliera che intervenga in modo globale e soddisfacente nella gestione della patologia e delle problematiche sanitarie territoriali. Tanto più saranno ridefiniti e resi interattivi i ruoli sul territorio tanto più sarà razionale e correttamente funzionante l'assistenza ospedaliera; questa proposta di modello operativo interattivo fra le componenti socio-tecnico-sanitarie trova espressione compiuta nel Distretto Sanitario di Base; esso rappresenta il "contenitore" assistenziale territoriale, sintesi dell'attivazione dei servizi primari socio-assistenziali; esprime un concetto di area-sistema che assicura una risposta coordinata e continuativa ai bisogni sanitari reali della popolazione.
Alla luce di tali nuove esigenze quali sono le prestazioni sanitarie ospedaliere trasferibili a domicilio? Esse sono rappresentate dalla:
- valutazione funzionale;
- diagnosi preliminare;
- trattamento medico - chirurgico di primo libello;
- riabilitazione di mantenimento;
- nursing;
- problemi specifici del malato terminale.
Queste caratteristiche potranno trasformare il carattere della Medicina generale che da Medicina di attesa si trasforma in Medicina di iniziativa. La prima ipotesi di organizzazione di lavoro distrettuale risale al 1968 con l'articolo 2 della legge n° 132, sono seguite altre ipotesi nel corso di questi anni come l'articolo del DPR 128 del 1969, l'art. 145 del 1975 fino ad arrivare alla legge di riforma sanitaria 505 e 517 del 1994. Queste disposizioni trovavano motivazioni organizzative di carattere epistemologiche quindi rappresentavano un'opozione della sistemazione del lavoro ospedaliero ed extraospedaliero; a queste ragioni metodologiche, da sempre valide, fanno attualmente da supporto improcrastinabili priorità economiche ed incontrovertibili rilievi epidemiologici che rendono la scelta operativa territoriali un'inderogabile necessita.
Il risparmio derivante dalla riduzione delle degenza ospedaliera dovrebbe permettere, contemporaneamente e parallelamente, l'attivazione dei servizi di assistenza domiciliare, soprattutto quella integrata e la realizzazione delle residenze extraospedaliere per anziani non autosufficienti e malati cronici sotto la diretta responsabilità del medico di medicina generale. Per quanto riguarda l'aspetto epidemiologico bisogna sottolineare che secondo i dati Censis del 1987 il 10% della popolazione anziana con età superiore a 65 anni è in condizione di non completa autosufficienza e il 20% degli anziani, pur godendo di un buon livello di autosufficienza, necessita di qualche forma di assistenza; per cui 1/3 della popolazione italiana di età avanzata necessiterebbe di supporti socio-sanitari-assistenziali per cercare di contrastare l'insorgenza della disabilità e per continuare a vivere nella propria abitazione.
La perdità dell'autosufficienza è causata da uno squilibrio tra la disabilità instauratasi e le risorse ambientali disponibili tale da determinare una qualità di vità socialmente inaccettabile; analizzando un grafico dove vengono riassunti i due tipi profili dello stato di salute di ogni individuo, notiamo che il profilo A è caratterizzato da improvvisa interruzione dello stato di salute per decesso imprevedibile come un incidente automobilisico, una morte improvvisa, un suicidio; il profilo B esprime il comportamento clinico tipico delle attuali patologie croniche individuali con momenti critici che riaccelerano e aggravano ulteriormente lo stato di invalidità con necessità di periodici ricoveri ospedalieri. Alla luce di tutto ciò il nuovo Piano Sanitario Regionale, sulla scorta della Riforma Sanitaria 502 e 517, pone la netta distinzione tra le attività ospedaliere, quelle territoriali definendo un disegno organizzativo di seguito riportato:
- sono di competenza professionale del medico di medicina generale i pazienti acuti, post-acuti e cronici assistibili a domicilio; inoltre, i pazienti post-acuti e cronici assistiti nelle residenze extraospedaliere;
- sono di competenza professionale del medico ospedaliero tutti quei pazienti in fase acuta o riacutizzati da patologie croniche non assistibili a domicilio o nelle residenze extraospedaliere.
Tale nuovo progetto di lavoro delinea, quindi, una sempre più crescente responsabilità del medico di medicina generale nella gestione di ogni singolo paziente nella pratica clinica extraospedaliera; il nuovo Piano Sanitario Regionale ha individuato nella ex USL di Penne i seguenti Distretti Sanitari di Base:
- Distretto Sanitario di Base di Penne che comprende i comuni di Penne (12.000 abitanti), Picciano (1.411 abitanti), Farindola (2.083 abitanti) e Montebello di Bertona (1.182 abitanti);
- Distretto Sanitario di Base di Loreto Aprutino che comprende i comuni di Loreto Aprutino (7.235 abitanti) e Collecorvino (4.822 abitanti);
- Distretto Sanitario di Base di Civitella Casanova che comprende i comuni di Brittoli (470 abitanti), Carpineto della Nora (758 abitanti), Catignano (1.595 abitanti), Civitaquana (1.378 abitanti), Civitella Casanova (2,149 abitanti), Vicoli (958 abitanti) e Villa Celiera (985 abitanti).
Ogni Distretto Sanitario di Base dovrà presentare le seguenti tipologie di attività:
- supporto all'attività del medico di Medicina Generale e del Pediatra di Base;
- l'assistenza domiciliare integrata;
- le attività di ospedalizzazione domiciliare;
- la gestione coordinata dagli accessi ai servizi attraverso l'istituzione del Centro Unico di Prenotazione e l'organizzazione dei prelievi e la costituzione di uno sportello di informazione.
Queste attività così ben specificate sono state realizzate solo parzialmente se non addirittura ancora assenti dopo tre anni dall'adozione ed approzione del nuovo Piano Socio-Sanitario-Regionale.
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