Leggi e Diritti
Il diritto, inteso semplicemente grande sfera di regole che governano le nostre azioni e/o reazioni, dovrebbe essere, almeno per quegli aspetti che più ci riguardano nella vita quotidiana, molto più chiara di quello che effettivamente è; in questa sede vorrei iniziare a riassumere quei preconcetti e concezioni errate che la maggior parte delle persona ha nei confronti del "diritto".
Prendiamo, per esempio, le norme dell'eredità: molte persone sono convinte che un genitore, ad esempio, ha l'obbligo, anche attraverso lo strumento del testamento, di dividere i beni immobili e mobili in parti uguali tra i figli; non è esattamente così. Riguardo l'eredità di un genitore deceduto, la legge riserva una quota minima d'eredità per alcune categorie di eredi: per esempio, ½ al coniuge se c'è solo il coniuge e nessun figlio, ½ al figlio unico, 2/3 ai figli se ci sono più figli, 1/3 al coniuge e 1/3 al figlio se unico.... queste sono le parti riservate dalla legge per i "legittimari".
Ciò significa che, anche se un genitore dispone dei suoi beni con un testamento, non può non rispettare queste quote; tuttavia, con la rimanenza può disporre diversamente; per esempio, quando ci sono più figli e nessun coniuge, la quota di 2/3 è riservata ai figli ma il rimanente terzo il testatore potrebbe disporre a piacimento, come vede l'art. 537 cc.
La concezione errate delle "parti uguali" da parte di alcuni nasce forse dalla confusione fra queste quote riservate ai legittimari, che devono essere rispettate da qualsiasi testamento, e la successione legittima la quota ha luogo quando non esiste nessun testamento: con la successione legittima è vero che l'eredità di un genitore deceduto viene divisa in parti uguali fra i figli.
Certamente la materia della successione è molto più complessa da quello che si possa evincere da questo mio scritto, il quale non ha l'intenzione di sottovalutare questa complessità ma solo di chiarire un preconcetto nel suddetto ambito.
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