Associazione

Gruppo Futuro 2000

 

Razzismo ed emarginazione: la violenza come divertimento

Fa parte del nostro patrimonio genetico la tendenza naturale a scacciare gli estranei; né più né meno della propensione per la violenza.  Si potrà arrivare ad abolire la guerra, ma non si potranno mai abolire queste tendenza; per meglio dire, quella forma di aggressività interna nota come violenza sociale.  Ma la violenza sociale, a sua volta, comporta un nuovo problema, in quanto a questo punto siamo costretti ad inventare gli "estranei".  Il sistema principale per inventare degli estranei è l'interruzione delle comunicazioni fra coloro che parlano lo stesso linguaggio e dividono lo stesso territorio.

Nella nostra società persone di colore e bianche, ma anche settentrionali e meridionali, genitori e figli, studenti e professori, hanno dimostrato come sia possibile arrivare all'interruzione delle comunicazione, alla creazione "egli estranei, e alla trasformazione di "un'aggressività accettabile in un'inaccettabile violenza civile".

Un pizzico di paranoia è inevitabile se si vuole che i membri di un sottogruppo violento mettano alla prova la propria forza contro il potere di una maggioranza.  Qualsiasi senso d'ingiustizia, per quanto reale, deve essere esasperato fino al punto in cui il rischio diventi sopportabile.  Tuttavia, il fatto è che a noi piacciono i violenti; l'azione e la distruzione ci divertono.  L'osservatore preoccupato che non vuole ammettere questa realtà induce ad una forma d'ipocrisia che è un lusso che non ci possiamo permettere.  Chi considera il piacere per l'azione violenta come una forma di perversione umana, non è certo destinato a portare un valido contributo alla limitazione della nostra violenza.

M. M.

 

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