Ricordi di guerra
Oggi i giovani sanno poco o nulla riguardo la prima e la seconda guerra mondiale, anche perché fortnatamente nessuno di loro ha vissuto in prima persona quei tragici giorni. che ancora oggi rimangono impressi nella memoria dei nostri padri c dei nostri nonni. Le uniche informazioni acquisite dalle nuove generazioni sono state fornite principalmente dalla scuola oppure da documentari girali in quel periodo e trasmessi in TV Purtroppo non sufficienti per renderli realmente consapevoli del dramma di un conflitto armato può provocare. Il nostro disinteresse è giustificato dal fatto che in questa società siamo presi e attratti da cose più interessanti e attuali
Poche
sono le persone che raccolgono le testimonianze degli anziani, (ad esempio i
ricordi di quegli anni). sciupando tosi un'opportunità irripetibile. perché
nei prossimi anni non troveremo facilmente un anziano disponibile a parlarci del
proprio passato in quanto non ci saranno più. L'anziano viene spesso
sottovalutato. non interpellato. ed anche un po' emarginato: perché a volte
invece di accendere un computer non utilizziamo tutta informazione culturale
degli anziani immagazzinata ancora oggi nella mente di chi tra vissuto ali prima
persona quel periodo? Per questo motivo ho pensato di chiedere direttamente ad
alanti protagonisti di parlarne. sperando possa essere utile ai giovani. Magari
per accrescere le loro conoscenze in materia. L'anziano è l'unico capace di
farci comprendere realmente cosa vuol dire soffrire la fame, il freddo. la
paura. oppure nelle peggiori ipotesi piangere la scomparsa di una persona cara
per colpa di un'assurda guerra. che seminò solo odio, morte e distruzione.
Adesso diamo spazio alle testimonianze raccolte:
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Adina Orsini ricorda che all'età di 1.5 anni, mentre stava lavorando nei campi
insieme a sua sorella Maria, vide arrivare degli aerei alleati che bombardarono
l'attuale zona di contrarla Barberi, dove era dislocato un comando di divisione
tedesca. In quell'occasione, afferma Maria "dissi a mia sorella di andare a
ripararci sotto un albero, improvvisamente cambiammo idea e, mentre fuggivamo da
un altra parte una bomba cadde proprio sopra quell'albero. Ancora oggi
ripensandoci mi viene la pelle d'oca".
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Filippo D'Emidio invece si ritiene molto fortunato in quanto dopo mesi di guerra
fu congedato in base ad una legge che permetteva ai capi famiglia con figli a
carico di essere congedato.
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Più fortunato Pierino D'Attilio che ha svolto il sevizio presso il comando
federale a Roma, tuttavia è stato testimone dei bombardamenti di Frascati e
dintorni...
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E' triste invece la storia di Filomena Galassi. Nel '39 si trovava a S. Gabriele
quando la raggiunse la notizia che suo figlio Rodrigo era morto giocando con una
granata trovata nella piazza del paese. "Ancora oggi non posso dimenticare
quel giorno".
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Giacomo Agresta ricorda che nel 1941-42 si trovava in prima linea in Albania e
precisamente sulla montagna del " 7umuro", dove fu visitato ed
ispezionato da Benito Mussolini. Si salvò miracolosamente, evitando la
prigionia, ma non riesce ancora oggi a dimenticare molti dei suoi commilitoni
periti durante quel periodo.
Tornato
poi in Italia fu assegnato ad un nucleo antiparacadutisti, vicino Napoli.
Questi
sono i ricordi di chi ha vissuto quel periodo nella speranza di non tornare a
viverli mai più.
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